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Cabinovia Opicina - Porto Vecchio
NEWS del 2020
luglio-dicembre 2023 - gennaio-giugno 2023 - 2022 - 2021 - 2020
IL PICCOLO - GIOVEDI', 24 dicembre 2020
Si può pensare a un sistema di trasporto lungo il Porto Vecchio sperando che quest'area diventi il nuovo centro direzionale della cultura e della scienza.
IL PICCOLO - MERCOLEDI', 23 dicembre 2020
SEGNALAZIONI - Urbanistica - Rive pedonalizzate ottima idea
L'ovovia della Bora, il Parco del mare senza alberi, la spiaggia di Barcola: ma ai politici vengono in mente solo idee a mio parere assurde? Piuttosto propongo di interrare il traffico in una galleria sotterranea, dalla Capitaneria al Mercato ortofrutticolo. Avere le Rive, anzi come piace definirle ai politici il "waterfront" pedonali e ciclabili, quelli sì secondo me sarebbero soldi spesi con intelligenza, con un ritorno importante nel turismo!
Marco Moro
IL PICCOLO - MARTEDI', 22 dicembre 2020
Il "no"
ambientalista all'ovovia finisce sul tavolo di tre ministri
Lettera di 11 realtà sociali e civiche al triestino Patuanelli (Sviluppo
economico) e ai suoi colleghi Costa (Ambiente) e De Micheli (Trasporti): «Opera
dannosa»
IL PICCOLO - LUNEDI', 21 dicembre 2020
Meno
auto in giro per colpa del lockdown - E il "tesoretto" delle multe cala del 30%
Attesi nelle casse comunali 5,2 milioni contro i 7,2 del 2019. Giù anche
gli introiti di posteggi sulle Rive e Park San Giusto
Dieci strade da ripristinare - Obiettivo le periferie Sud - stanziati 800.000
euro
San Giacomo, la Zona industriale e le vie che recano ad essa, appaiono in
primo piano nella "mappa" dei tecnici comunali.
Il Pd attacca: «Trasporto pubblico da migliorare ma non siamo ascoltati» -
amministrazione municipale nel mirino
«Da tempo denunciamo la mancanza di una strategia della mobilità nella
città, ora è più urgente che mai riorganizzare il servizio del trasporto
pubblico».
SEGNALAZIONI - Tram di Opicina La prossima gara sia "coraggiosa" - (Dario Vremec, presidente Associazione per la Difesa di Opicina)
Vogliamo fortemente sperare che la prossima gara venga eseguita con maggiore coraggio, attenzione e le più ampie garanzie di serietà.
SEGNALAZIONI - Ovovia / 1 - Numeri non verosimili - (Nevio Poclen)
Assistiamo a un'altra immaginifica "girandola" di numeri che riguardano la creazione della ipotizzata ovovia che dovrebbe collegare la costa con il Carso.
SEGNALAZIONI - Ovovia / 2 Fornite cifre troppo ottimistiche - (Giuliano Brancolini)
Se immaginiamo un'apertura dell'impianto di 10 ore al giorno, otteniamo un "traffico" di 1.060 persone all'ora. Non vi sembra una stima un po' troppo ottimista?
IL PICCOLO - DOMENICA, 20 dicembre 2020
L'ovovia
"appesa" all'allarme sanitario: il verdetto sui fondi rischia lo stallo
Roma sta valutando l'ennesimo rinvio del bando sui progetti sostenibili:
le risposte potrebbero slittare dopo il voto 2021
COMUNICATO STAMPA - GIOVEDI', 17 dicembre 2020
UNDICI
ASSOCIAZIONI TRIESTINE SCRIVONO AL GOVERNO: SI FINANZINO I TRAM E NON L'OVOVIA!
Le associazioni, ambientaliste e civiche, hanno inviato al Governo una
lettera per denunciare l'assurdo progetto dell'ovovia sul Carso.
IL PICCOLO - DOMENICA, 6 dicembre 2020
Ecco come si muoverà Trieste nel 2030 - Ring pedonale in centro e scale
mobili
Individuate 14 aree di intervento. "Cerniere" periferiche d'interscambio,
novità ascensori. Trasporto pubblico rivoluzionato
Pums, Pums! Uno scoppiettìo di idee, di proposte, di suggestioni per
pianificare/immaginare come si muoveranno i triestini negli scenari urbani sui
quali è presumibile che si assesterà il prossimo decennio di vita sociale ed
economica della città. Qualche esempio. Scendi dal Carso o arrivi da fuori
Trieste e non vuoi impelagarti nel traffico del centro? Potrai lasciare la
vettura in una delle "cerniere" d'interscambio attorno alla città e salire su
una comoda navetta: Cava Faccanoni, Cattinara, Opicina, Barcola-Bovedo tessono
la cintura delle opportunità extra-urbane. Devi salire all'Università? Non
intasare via Fabio Severo, prendi piuttosto un mezzo "meccanico" - scala mobile,
ascensore - dalle parti di via Giulia. Hai un appuntamento a San Giovanni e stai
tornando in città? Parcheggia a Cava Faccanoni, acchiappa anche in questo caso
un ascensore o una scala mobile e scendi verso la tua destinazione nel pieno
rispetto ecoambientale. Ancora: come disincentivare l'eccessiva circolazione
automobilistica in centro? Istituendo un ring, che utilizza le direttrici
obbligate di via Roma e di via San Spiridione, ma che pedonalizza tutte le
strade laterali, dove le vetture saranno bandite. Ti piacerebbe viaggiare da una
sede universitaria all'altra senza cambiare carrozza? Basterà allungare la 17
fino alla Stazione Rogers oppure godere della nuova corsa da via Alfonso Valerio
a Cattinara. Ti va di sfidare il "Delfino Verde" sulla rotta terrestre? Lo
potrai fare con la nuova linea ad alta mobilità Muggia-Bovedo. Ti è venuto in
mente che hai un impegno in Barriera Vecchia ma sei a Chiarbola? Non
innervosirti, perché la galleria D'Alviano-Mioni ti verrà in soccorso.
L'assessore Luisa Polli ha illustrato in giunta il Piano urbano della mobilità
sostenibile (acronimo Pums), che a gennaio atterrerà sui banchi del Consiglio.
Un lavoro iniziato nel gennaio 2019, che ha richiesto uno sforzo quasi biennale:
è stato redatto dall'associazione temporanea di impresa formata dalla perugina
Sintagma, dalla romana Fit Consulting, dallo studio triestino Honsell &
Catalano. Il Pums partecipa all'europrogetto Portis nel quadro del programma
Horizon. I contenuti sono organizzati in 14 ambiti lungo una durata decennale
che distingue interventi di breve-medio-lungo periodo: rete stradale-ferroviaria,
trasporto pubblico, cerniere di mobilità, sistemi ettometrici (dall'ovovia
Opicina-Porto vecchio agli ascensori), mobilità "dolce" (percorsi
ciclo-pedonali), "città accessibile", sistema della sosta, circolazione
regolata, qualità urbana, city logistics, e-commerce, smart mobility, turismo,
infomobilità. Di acqua non si parla. La Polli mette subito le mani avanti: «Si
tratta di indirizzi strategici, di visioni, di proposte che non debbono tradursi
obbligatoriamente e immediatamente in atti amministrativi. Abbiamo individuato
alcune priorità: la graduale pedonalizzazione del centro ma anche di alcune aree
periferiche, i parcheggi di interscambio, la revisione del trasporto pubblico,
l'eliminazione dei parcheggi dalle Rive quando tornerà e si consoliderà il
traffico crocieristico e avremo tre toccate alla settimana». Concorda il
direttore dipartimentale Giulio Bernetti, che ha studiato e lavorato da
ingegnere trasportista: «Lavoro prezioso, che ci consegna un importante
patrimonio di analisi per aggiornare il piano del traffico. Abbiamo scoperto,
per esempio, che è sparita la fase di "morbida", cioè la città è costantemente
sotto pressione di traffico, senza tregua. Sarà inoltre utile per rivedere le
linee dei bus. E per recuperare finanziamenti da puntare su singoli progetti».
Massimo Greco
IL PICCOLO - DOMENICA, 29 novembre 2020
Rinascita di Porto vecchio verso la Fase 2 - Dalle luci alle aiuole, lavori
per 9 milioni
Il Comune fissa l'obiettivo: mettere in gara i progetti esecutivi in
gennaio. Il cantiere durerà poi fino alla fine del 2022
Quasi pronta la Fase 2 dei lavori di infrastrutturazione e di
riqualificazione del Porto vecchio, eseguibili nelle parti in cui il Comune è
oggi in grado di intervenire con opere finanziate. Traduzione: il Municipio
aveva destinato 14 dei 50 milioni, stanziati dal governo, a lavori di
urbanizzazione dell'area. Un primo lotto di 5 milioni è stato compiuto, adesso
si passa a un secondo lotto assai più corposo e costoso perché è in programma un
cantiere da 9 milioni di euro che coinvolgerà 20.000 metri quadrati. La
progettazione esecutiva è praticamente approntata e l'iter è approdato ai pareri
(Soprintendenza, commissione paesaggistica) che accompagnano lo sprint finale.
Rispetto alle previsioni di primavera, c'è uno scarto temporale di un abbondante
semestre. Giulio Bernetti, che in qualità di direttore dipartimentale è anche il
pianificatore di Porto vecchio, conta di portare in gara la Fase 2 in gennaio.
Se così sarà, il cantiere (o meglio i cantieri) potrebbe essere aperto già in
primavera, poco prima delle elezioni comunali: sarà necessario un anno e mezzo
di benna-reti-asfalto ecc., per cui la Fase 2 avrà ragionevole completamento
entro la fine del 2022. Cosa contiene questo ulteriore sforzo indispensabile per
la vivibilità di un luogo che era stato lasciato ai confini della selvatichezza?
A livello di infrastrutturazione, avanti con le reti di acqua, luce, gas,
fognature, servizi tecnologici (cablatura). Scavi e posa interesseranno la parte
anteriore e posteriore del Magazzino 26, il futuro Museo del mare. In questo
modo sarà servita anche l'accoppiata costituita dai Magazzini 24-25, che si
affaccia sul Bacino 0 e che aveva visto limitato il suo fascino commerciale
dalla mancanza di opere di urbanizzazione. A livello di riqualificazione,
l'obiettivo è congiungere il Magazzino 26 e il polo culturale-espositivo
(Centrale idrodinamica, Tcc) con la Stazione ferroviaria e con largo Città di
Santos. L'attuale nastro stradale, farcito di dissuasori e di rotaie, sarà
ridisegnato nella carreggiata mantenuta a due corsie, nei percorsi
ciclo-pedonali e nella parte dedicata al verde. Marciapiedi, piste, aiuole si
addosseranno verso il muro di cinta che segna il confine con le Ferrovie, poiché
si ritiene non abbia un gran senso mettere mano al limite con la zona dei
magazzini, quando non si conosce l'esito delle decine di edifici che saranno
messi all'asta, prima o poi. Uno dei più importanti tasselli di Fase 2
riguarderà la pubblica illuminazione, che, in considerazione dell'isolamento e
delle frequentazioni notturne nel sito, ne diventa un ingrediente indispensabile
in termini di sicurezza e di percorribilità. Questo ventaglio di opere - precisa
Bernetti - si coordina con la pianificazione che governa Porto vecchio, dal Pums
(mobilità sostenibile) alla cabinovia, fino alla Variante. Variante che fa parte
dell'accordo di programma da sottoscrivere insieme a Regione e Autorità
portuale: il sì giuntale alla Valutazione ambientale strategica (Vas) consente a
Dipiazza di firmare l'intesa, che attende comunque anche gli autografi di
Fedriga e di D'Agostino. Infine Bernetti, a futuro monito, ricorda che sono tre
i fattori con cui misurarsi nello sviluppo dei 65 ettari di Porto vecchio: il
costo delle ristrutturazioni, la realizzazione delle infrastrutture (sulle quali
si è incartata la prospettiva Greensisam), l'attuazione della Variante lungo i 4
sistemi previsti (ludico-sportivo, culturale-espositivo, misto
residenziale-turistico-commerciale, moli).
Massimo Greco
IL PICCOLO - GIOVEDI', 26 novembre 2020
SEGNALAZIONI - Parco del mare / 1 - In questo caso consultate i cittadini
Mi associo all'intervento del signor Sodomaco del 23 novembre su un possibile referendum sul Parco del mare. Personalmente, sono contrario ad un uso smodato dello strumento referendario, perchè quando si elegge un politico si sa che maneggerà molto denaro pubblico, puntando su progetti che potrebbero anche non piacere. Ci si dovrebbe ricordare di ciò quando si torna a votare. Ma poiché la memoria di noi elettori è tendenzialmente a breve termine, forse sentire il parere della comunità su questa come su altre possibili infrastrutture (come la mitica ovovia) sarebbe ideale, per la elevata quantità di fondi pubblici (cioè nostri) da investire, per le a mio giudizio fin troppo ottimistiche previsioni sugli introiti da parte di chi caldeggia il progetto e per l'impatto anche ambientale che esso potrebbe avere.
Michele Senna
IL PICCOLO - MERCOLEDI', 25 novembre 2020
Pioggia
di dubbi in commissione sul progetto ovovia
La seduta fra perplessità e quesiti - l dem Toncelli: «Chi sarà il
gestore?»
IL PICCOLO - LUNEDI', 16 novembre 2020
L'ok ambientale in giunta accelera il patto con Regione e Authority
Il via libera alla Vas legittima il sindaco a firmare l'accordo di
programma sulla gestione dell'area
La giunta comunale approva la Valutazione ambientale strategica (Vas)
sul Porto vecchio e il sindaco Roberto Dipiazza è legittimato a firmare
l'accordo di programma, che, d'intesa con Regione Fvg e Autorità portuale,
definisce la "governance" dei 65 ettari tra il Molo IV e il terrapieno di
Barcola. Il punto cardine della riqualificazione è l'articolazione del
grande spazio in quattro sistemi: procedendo dal centro verso Nord troviamo
la zona mista (residenziale-turistica-commerciale), la zona dei moli (che
resta competenza dell'Autorità), la zona espositivo-culturale, la zona
ludico-sportiva. Avanti allora - spiega il direttore dipartimentale Giulio
Bernetti - con variante urbanistica, distinzione tra proprietà pubblica e
quella alienabile, statuto del consorzio (controllato al 52% dal Municipio):
finalmente scopriremo quanti posti ci saranno nel cda.Ma se Dipiazza ha
ottenuto il via libera, dovrà comunque coordinarsi con gli autografi di
Massimiliano Fedriga e di Zeno D'Agostino. L'accordo di programma, una volta
firmato dal primo cittadino, sarà ratificato (o meno) entro 30 giorni dal
Consiglio comunale, senza dibattito. Il procedimento di Vas era stato
avviato nel settembre del 2019, avendo coinvolto nell'iter Arpa,
Soprintendenza, Azienda sanitaria. A giugno una prima recezione da parte
della giunta comunale, poi, una volta pubblicato in luglio nel bollettino
della Regione, nei 60 giorni a disposizione della cittadinanza il documento
ha attirato 14 osservazioni. A presentarle Roberto Dambrosi per "Un'altra
città", Italia nostra, Giulio Taccheo, Territorio libero di Trieste, Regione
Fvg (Ambiente), Stefano Caprin, Nicola Falconetti, Laura Famulari come
segretario provinciale del Pd, Arpa, Gianfranco Depinguente per Italia viva
Fvg, Ordine degli architetti, Studio Metroarea. Qualcuna è stata recepita,
la gran parte no. Frequenti le richieste di ottenere ulteriore tempo per
l'analisi delle carte. Trasportistica in primo piano: ricorrente
l'attenzione (perlopiù critica) alla cosiddetta "ovovia", l'impianto a fune
che nei desiderata comunali dovrebbe collegare centro, Porto vecchio,
Opicina. Evidenze inoltre sull'utilizzo della ferrovia all'interno del
compendio e sugli impatti producibili dal traffico rotaia/mare. Chiarimenti
poi sulla prestazione energetica degli edifici, sui rumori, sulla gestione
dei rifiuti. Interessa dal punto di vista tecnico-progettuale la possibilità
dei cosiddetti "collegamenti aerei" tra gli stabili. Il Tlt, oltre che sul
presupposto giuridico dell'area, ha obiettato sull'ampiezza della zona
inquinata e sulla rete fognaria. Non sono mancati momenti più leggeri, come
la conversione della "vecchia locanda" in ristorante-caffetteria-bistrot con
infopoint. Strepitosa la richiesta, a cura del Servizio valutazioni
ambientali della Regione, di un adeguato monitoraggio dedicato alla presenza
dei chirotteri, che potremmo tradurre nel più divulgabile pipistrelli.
Massimo Greco
Il progetto dell'ovovia torna in commissione - La seduta
Secondo atto in Sesta commissione, alle 10 di martedì 24 novembre, per il
progetto dell'ovovia Opicina - Bovedo. Il presidente della commissione Salvatore
Porro ha convocato per quel giorno un'altra seduta online dedicata all'argomento
dopo quella svoltasi di recente, in cui tecnici e giunta hanno illustrato il
progetto. La seconda seduta permetterà ai consiglieri di approfondire la
questione con domande e interventi.
IL PICCOLO - VENERDI', 13 novembre 2020
Ovovia,
secondo atto in Sesta commissione - Il progetto
Martedì 24 novembre, per il progetto dell'ovovia di collegamento tra
Opicina e il Bovedo, e' convocata un'altra seduta dedicata all'argomento.
IL PICCOLO - MERCOLEDI', 11 novembre 2020
A
gennaio il verdetto di Roma sull'ovovia Opicina-Park Bovedo
A inizio 2021 il ministero dei Trasporti deciderà se finanziare il maxi
progetto da 30 milioni
IL PICCOLO - DOMENICA, 25 ottobre 2020
Oltre 2 mila adesioni alla petizione sul web contro l'ovovia - la raccolta
di firme
I vari sodalizi coinvolti nell'iniziativa puntano ora a toccare le
tremila adesioni. La petizione è consultabile e firmabile sul sito
www.change.org.
IL PICCOLO - DOMENICA, 25 ottobre 2020
Oltre 2 mila adesioni alla petizione sul web contro l'ovovia - la raccolta di
firme
Ha superato quota duemila adesioni la petizione online "Trieste ha voglia di
tram, non di ovovia", lanciata alcuni giorni fa da un gruppo di associazioni.
L'iniziativa, che mette in evidenza le criticità dell'impianto annunciato dal
Comune, tra Porto vecchio e Opicina, propone un progetto alternativo: una rete
di tram, realizzabile con lo stesso investimento previsto per l'ovovia, 45
milioni di euro. Uno degli assi fondamentali sarebbe quello dalla Stazione
centrale a piazza Foraggi. Inoltre, nel documento pubblicato online, viene
chiesta a Comune, Regione e Governo la possibilità di effettuare uno studio di
fattibilità per un'infrastruttura di trasporto rapido di massa, inserita nel
tessuto urbano, integrata anche con la ferrovia. La raccolta firme è proposta da
Fiab, Tryeste, Legambiente, Bora.La, Spiz, Cammina Trieste, Aidia, Zeno, Fridays
For Future e Uisp Fvg. I vari sodalizi coinvolti nell'iniziativa puntano ora a
toccare le tremila adesioni. La petizione è consultabile e firmabile sul sito
www.change.org.
Micol Brusaferro
IL PICCOLO - SABATO, 24 ottobre 2020
Nodo
parcheggi in commissione per il Piano del centro storico
"Spaventano" autorimesse interrate ed eventuali impianti al piano -
La replica: «Ma così togliamo le macchine dalle strade»
Il progetto dell'ovovia in Sesta commissione - la convocazione
L'appuntamento è fissato per il 10 novembre alle 9. L'assessore all'Urbanistica Luisa Polli, illustrerà il progetto dell'ovovia per collegare Opicina al centro città.
IL PICCOLO - GIOVEDI', 22 ottobre 2020
Gli outsider - i mini gruppi
Il gruppo triestino di Fridays For Future non parteciperà alla campagna
elettorale, poiché il movimento è per costituzione apartitico. Auspica che
chiunque governerà la città si concentrerà sulla mobilità sostenibile (tema caro
pure a realtà associative come Bora.La, Zeno, Fiab, Cammina Trieste, Uisp) ed
eviterà di costruire l'ovovia. Rimane fuori dalle logiche partitiche, per
scelta, pure il Comitato "No smog" nato attorno alla Ferriera di Servola.
L'associazione ambientalista "Planet 2084" valuterà un'eventuale lista unitaria
della sinistra radicale.
IL PICCOLO - MERCOLEDI', 21 ottobre 2020
SEGNALAZIONI - Tram di Opicina - Costi altissimi e turisti dimenticati - (Vladimiro Marella)
Ritengo anacronistico, costoso e poco remunerativo il progetto del Comune di fare costruire una funivia con cabina. Meglio sarebbe aumentare le corse del tram.
Commissione - Il piano della mobilità in Trasparenza
Verra' trattato il tema del Piano urbano della mobilità sostenibile, con particolare riferimento a Biciplan, Peba e l'impatto dello sviluppo del Porto vecchio sulla mobilità.
IL PICCOLO - MARTEDI', 20 ottobre 2020
Il
tram fermo costa 1,3 milioni ogni anno tra mancati introiti e affitto della
trenovia
Nonostante lo stop, le spese per Trieste Trasporti corrono. Pesa
anche il canone da versare al Comune per la linea
Zero rincari sui ticket - Tariffe e pacchetti a misura di turista - verso
la ripartenza
L'obiettivo è far ripartire il servizio tra la fine della primavera e
l'inizio dell'estate del prossimo anno, ma intanto si pensa anche al
tariffario e al turismo.
"Corridoi" verdi e un anfiteatro smontabile - La sfida di Un'Altra Città sul Porto vecchio
Oggi la presentazione del progetto di recupero: «Questa non è una pratica amministrativa ma un'opportunità storica»
COMUNICATO STAMPA - GIOVEDI', 15 ottobre 2020
Trieste ha bisogno di un’ovovia? -
(leggi
comunicato stampa)
Dieci associazioni triestine lanciano una petizione popolare contro
il progetto inutile e dannoso dell'ovovia e per una rete di tram moderni a
Trieste.
IL PICCOLO - MERCOLEDI', 14 ottobre 2020
«Una
rete di tram nel centro cittadino al posto dell'ovovia voluta dal Comune»
-
la proposta
La proposta di un gruppo di associazioni, da Tryeste a Fiab «Tante
criticità nell'idea municipale». Via alla raccolta firme
IL PICCOLO - MARTEDI', 13 ottobre 2020
LO DICO AL PICCOLO - Troppe e anche inutili le cementificazioni nel Piano della Mobilita'
Il Piano urbano della mobilità sostenibile (Pums), adottato dalla giunta comunale il 23 luglio 2020, mi pare nel complesso insostenibile, malgrado alcune misure ragionevoli. Infatti disbosca, asfalta e cementifica zone verdi per realizzarvi opere costose e superflue ma impattanti come l'ovovia Opicina-Porto Vecchio, le cerniere di mobilità di Opicina, Cava Faccanoni, Cattinara, Ippodromo e Via Flavia, il parcheggio di relazione di piazzale Europa - via Cologna - vicolo dell'Edera, la galleria di largo Mioni - via D'Alviano, il sottopasso di piazza Unità, le scale mobili (o ascensori verticali?) di piazzale Europa - via Giulia, cava Faccanoni - San Giovanni, Longera-Cattinara, via Teatro Romano - San Giusto e via Pellico - San Giusto.Eppure basterebbe usare meglio aree pubbliche asfaltate ma abbandonate come quelle ai valichi di Fernetti, Rabuiese e Pesek o parcheggi pubblici esistenti come quelli di piazzale delle Puglie, via Carli, Area Science Park e piazza Foraggi, ma anche ottimizzare autorimesse private come quelle del Centro commerciale Il Giulia o delle Torri d'Europa. Per contro il Pums non libera i marciapiedi dai veicoli, non allarga tutti quelli fuori norma, non crea quelli mancanti, non prevede nuove pedonalizzazioni, vie accessibili ai soli residenti e rotatorie, non istituisce abbastanza corsie preferenziali e sensi unici, esclude dalle Zone 30 vaste aree, non potenzia a sufficienza il trasporto pubblico e la mobilità elettrica, non promuove il trasporto passeggeri sui binari adibiti unicamente alle merci. Il Pums non potrà nemmeno raggiungere i suoi pur modesti obiettivi, poiché la giunta comunale ha rinviato a data da destinarsi sia il Biciplan sia il Piano di eliminazione delle barriere architettoniche (Peba), pur dichiarando che ne costituiscono parte integrante. Ritengo che ci vorrebbe molto più coraggio.
Paolo Radivo
IL PICCOLO - DOMENICA, 20 settembre 2020
Ecco
il piano di sostenibilità per rendere Trieste più green - il documento steso
dalle associazioni
Una città più sostenibile, piena di piste ciclabili, di gente in giro
a passeggio anche in periferia. È il volto green immaginato per Trieste.
Una nuova pista ciclabile dal teatro di Bagnoli al polo sportivo di Dolina - Progetto firmato dalla giunta di San Dorligo
Il Piano del traffico e Biciplan a San Dorligo iniziera' da questa nuova struttura che sara' pronta entro la prossima primavera al costo di circa 200mila euro.
IL PICCOLO - GIOVEDI', 10 settembre 2020
Dal traffico ai palazzi vincolati: le 10 richieste su Porto vecchio
Le osservazioni allo strumento urbanistico presentate in Comune da
cittadini, Regione, Arpa, Italia Nostra e Ipr Ftt. Uffici al lavoro per capire
quali fare proprie
Sono dieci le osservazioni arrivate al Comune di Trieste relative alla
variante del Piano regolatore per Porto vecchio in fase di approvazione. Lo
rende noto palazzo Cheba precisando che in realtà sono state 12 le istanze
pervenute, ma la prima è stata inviata tre volte verosimilmente per errore.
Andando nel dettaglio, cinque osservazioni sono state presentate da semplici
cittadini, una da un consigliere comunale, due da enti pubblici - nello
specifico da Regione e Arpa - e altrettante da associazioni: Italia nostra e Ipr
Ftt ovvero Trieste libera. Gli uffici sono al lavoro per valutare ogni singola
richiesta e al momento emerge un quadro piuttosto generico su quanto inviato al
Comune. Due richieste erano relative al prolungamento dei termini, scaduti l'8
settembre, per la presentazione delle osservazioni, le tempistiche sono però
stabilite da una specifica norma di riferimento. Se una richiesta è generica sui
servizi, un'altra fa riferimento alla creazione dell'ormai famosa ovovia e
ancora una terza ad aspetti normativi. C'è chi si è dedicato invece all'edificio
"Vecchia Locanda", lo stabile dietro al Magazzino 26 e vicino alla ferrovia, di
proprietà demaniale e oggi in uno stato di totale abbandono. Si tratta di un
locale sorto nel 1912 con all'interno cucine e dormitorio, un palazzo con
un'altezza di 7,5 metri su due piani e una superficie di 165 metri quadrati. Non
è mancata poi l'osservazione relativa allo stato giuridico del Porto vecchio,
gli uffici comunali non hanno dato indicazioni su chi l'abbia presentata, ma
scorrendo i soggetti da cui sono partite le osservazioni non è difficile
immaginare chi possa esserne l'autore. Più articolate le osservazioni di Arpa,
Regione e Italia nostra le quali fanno riferimento specifico ad alcuni elementi
sui temi del paesaggio, della sostenibilità ambientale in particolare per quanto
concerne il traffico e al possibile inserimento nella variante di alcuni vincoli
di tutela. Tutte tematiche di cui si parlerà nell'accordo di programma che la
Regione dovrà sottoscrivere con il Comune. Sempre in questo "pacchetto" vengono
ricordati i vincoli già esistenti di competenza della Soprintendenza e posti dal
ministero dei Beni culturali nel 2001 con l'allora sottosegretario Vittorio
Sgarbi: in questo senso si chiede un ulteriore intervento, ma nulla di pesante
in quanto già i vincoli esistenti sono importanti. Non nasconde il consueto
entusiasmo il sindaco Roberto Dipiazza, che inizia a intravedere il traguardo:
«Dopo quanto successo con il tram di Opicina - spiega - ho smesso però di dare
date. Gli uffici ora valuteranno le documentazioni presentate per capire quali
adottare. Intanto noi proseguiremo con l'accordo di programma con la Regione la
quale dovrebbe anche diventare proprietaria di due magazzini. Al termine del
confronto tra i due enti avremo 30 giorni per andare in Consiglio comunale.
Ricordo che il lavoro sul Porto vecchio è iniziato il 30 giugno 2017 quando
l'Autorità portuale mi ha consegnato le chiavi, questo per ricordare le date»
Andrea Pierini
IL PICCOLO - VENERDI', 4 settembre 2020
SEGNALAZIONI - Traffico - L'insostenibile piano della mobilità - (Mario Ravalico)
Il "PUMS" ha davvero scarse novita' ad eccezione di scale mobili, ascensori verticali e naturalmente la fantasmagorica ovovia.
IL PICCOLO - DOMENICA, 9 agosto 2020
Prorogato il bando per i fondi statali Ovovia in stand-by
Pronta la documentazione per la funicolare con cui collegare antico scalo e Carso
La storia infinita dell'ovovia si arricchisce di un ulteriore capitolo. Adesso il progetto è pronto, e tuttavia è destinato a giacere kafkianamente in un cassetto di Palazzo Cheba ancora per qualche mese, in attesa che gli uffici ministeriali sblocchino le risorse con cui il Comune spera di poterlo finanziare.Si tratta come noto di contributi per il Trasporto rapido di massa (Trm), previsti nella legge di bilancio nazionale 2019 tramite apposito fondo del Ministero delle Infrastrutture: la scadenza per la presentazione delle domande di finanziamento, inizialmente fissata al 1 giugno, a causa del dilagare della pandemia è stata posticipata al 30 ottobre di quest'anno. La notizia si trova sul sito dello stesso dicastero. Dovrà evidentemente slittare di qualche mese anche l'inizio dei lavori, che in un primo momento si immaginava di veder partire proprio a ottobre, in caso di vittoria.«Non possiamo fare altro che rimanere fiduciosamente in attesa», è il commento dell'assessore comunale all'Urbanistica Luisa Polli: «Ovvio che avremmo preferito non ci fosse questa proroga, così come sarebbe stato preferibile non trovarsi nel bel mezzo di una pandemia globale. La nostra prospettiva rimane invariata, il progetto è anche nel Piano urbano della mobilità sostenibile, che nel frattempo abbiamo adottato: Aspettiamo e incrociamo le dita».È infatti impossibile stabilire una data di inizio dei lavori, fintanto che non si conoscono i risultati della gara. La proroga potrebbe forse dare ad altri soggetti il modo di aggiungersi alla gara, allargando la per così dire base della concorrenza e rischiando di soffiare i soldi a Trieste? «Tutto è possibile - afferma Polli -, tuttavia i fondi sono tanti e non vedo molte altre grandi città con caratteristiche simili a quelle richieste nel bando».Il progetto è pronto e non presenta novità sostanziali rispetto a quanto già reso noto (partenza dal Molo IV, fermate intermedie fino al Bovedo e poi su, fino a Campo Romano). L'ingegner Giulio Bernetti, direttore del Dipartimento territorio, economia, ambiente e mobilità, spiega che l'indirizzo ministeriale prevede che le domande siano consegnate a fine settembre per cui il Comune ha le mani legate. L'avvio dei lavori, in caso di ottenimento dei fondi, stando al bando dovrebbe in ogni caso avvenire entro il 31 dicembre.
Lilli Goriup
IL PICCOLO - DOMENICA, 26 luglio 2020
Dipiazza finisce sotto tiro sul rilancio di Porto vecchio «Solo slogan, zero risultati»
Il Pd denuncia la totale assenza di visione strategica. I Cinquestelle: «Che fine ha fatto la società di gestione attesa a maggio 2019?». E c'è chi invoca il confronto con i cittadini
La mancanza di una visione strategica sul Porto vecchio è la principale accusa che da più parti torna ad essere rivolta all'amministrazione comunale, dopo le ultime dichiarazioni del sindaco Roberto Dipiazza sul futuro dell'area. Ma gli annunci del primo cittadino - tra cui la realizzazione di una casa di risposo, due hotel di lusso e diverse strutture residenziali - non sono piaciuti anche per altri motivi. La segretaria provinciale del Pd Laura Famulari punta il dito contro «l'incapacità della giunta Dipiazza di presentare un progetto strategico. Chiediamo da anni la costituzione della società di gestione, ad esempio, oppure un'idea economicamente sostenibile affinché il sito possa in futuro attrarre almeno 20 mila per così dire nuovi triestini. Idem per le battaglie su mobilità sostenibile e ambiente: il Porto vecchio sarà attrattivo solo se saprà essere radicalmente diverso dai modelli urbanistici su cui si è ragionato finora». Prosegue la dem: «Alla fine ogni promessa della giunta si è rivelata una boutade: vedi l'ovovia. L'assenza di un progetto organico è pericolosa. E se la città decresce il Porto vecchio non ha senso: è una sfida che o vinciamo o perdiamo tutti». La consigliera comunale Sabrina Morena (Open) teme che il Porto vecchio diventi «un posto solo per ricchi. Ci dovrebbero essere più spazi pubblici che hotel di lusso, detta in altre parole. Non vedo inoltre coerenza tra le ultime dichiarazioni del sindaco e la delibera di indirizzo che nel 2019 pure noi abbiamo contribuito a votare». Continua Morena: «All'epoca avevamo fatto una serie di emendamenti sulla ciclabilità, ad esempio, sulla previsione di mezzi elettrici o su rotaia, per disincentivare l'uso delle auto. Idem per le attività ad alto contenuto tecnologico, magari in collaborazione con i centri di ricerca. Che fine ha fatto tutto ciò?».Tra gli eletti in Municipio, alza la voce anche il pentastellato Paolo Menis: «Dipiazza fa dichiarazioni a caso, a seconda dei possibili investitori che incontra. Sparito è il mercato del pesce dell'assessore Giorgi. Tramontato il terminal crociere dell'ex assessore Bucci. Che fine ha fatto la società di gestione che, secondo Dipiazza e Fedriga, sarebbe dovuta essere pronta a maggio 2019?».Secondo Menis «folle è pure parlare di residenzialità, mentre trasferire gli uffici della Regione nei magazzini ex Greensisam è uno spreco di denaro pubblico. L'unica certezza per ora è il Centro congressi: troppo poco, visti gli anni trascorsi dal trasferimento del punto franco». Così Gianfranco Depinguente, coordinatore di Italia Viva Trieste: «Da un lato si progetta l'inserimento nell'antico scalo di enti cittadini, determinando quindi l'abbandono degli immobili attualmente utilizzati, e dall'altro non c'è un piano urbanistico per dare soluzione al degrado che già esiste. Ma il risultato della combinazione città più Porto vecchio non dovrebbe essere peggiorativo».Tra le voci critiche non ci sono solo quelle della politica del Palazzo. Roberto Dambrosi, architetto nonché esponente della rete civica "Un'altra città", commenta: «Non sono contrario alle dichiarazioni del primo cittadino, le trovo però un po' estemporanee: manca un'ottica complessiva, una programmazione cui poter aderire. Il timore è che prima o poi passi qualcuno con la valigetta e proponga questo oppure quello. Bisogna invece tener conto dei cittadini, delle parti sociali: circoscrizioni, sindacati, associazioni di categoria e così via». Dambrosi avanza inoltre una proposta da realizzarsi nell'immediato: «Vorrei che l'amministrazione comunale mettesse a disposizione un contenitore, dove tutti gli attori si possano incontrare settimanalmente in vista di settembre, quando la delibera su Masterplan andrà in aula. Per fare le osservazioni sarebbe stato meglio scegliere un momento meno vicino alle ferie: che almeno ci diano uno spazio. Il luogo ideale? Sarebbe il Molo 4°».Analogamente per l'associazione Italia Nostra, che si occupa di salvaguardare beni culturali, artistici e naturali, l'importante è che «il patrimonio rimanga dei triestini e non ci sia un investitore unico, poiché in quel caso sarebbe un esproprio. Per il resto nulla è ancora certo. Speriamo di avere un confronto con la giunta e di entrare nel consorzio per contribuire alle scelte».
Lilli Goriup
«Sei anni buttati al vento e il rischio di creare solo altre cattedrali nel deserto» - L'intervento di Francesco Russo (PD), vicepresidente del Consiglio regionale
L'analisi del dem Russo, allarmato dall'assenza di strategia di rilancio «Limitarsi a spostare qualche ufficio pubblico sarebbe una sconfitta»
Sono passati quasi sei anni dall'approvazione della norma che ha dato il via alla sdemanializzazione di Porto vecchio. Ovviamente nessuno all'epoca si illudeva che sarebbero bastati pochi mesi per vedere all'opera gru e cantieri replicando in poco tempo le grandi riqualificazioni viste ad Amburgo, Barcellona o Buenos Aires, ma quanto (non) accaduto nel frattempo e alcune recenti dichiarazioni ci mostrano il rischio concreto di buttare alle ortiche un'irripetibile opportunità per Trieste e la Regione. In primo luogo è sotto gli occhi di tutti che manca ancora un'idea strategica sul futuro di quell'area. Dal luna park all'autodromo, dall'ovovia alla spa fino al fish market abbiamo letto negli anni gli annunci più disparati (rivelatisi per ora solo propaganda di giornata) che nulla hanno a che fare con le reali opportunità anche economiche di quello spazio. Porto vecchio ha le carte in regola per diventare una "calamita" di investimenti, attività e talenti. Economia del mare, turismo, commercio di alta gamma e di eccellenze a "chilometro zero", spazi culturali, residenzialità sono opportunità reali ma solo a patto che vengano inserite armonicamente in un progetto complessivo ben diverso dallo "spezzatino"teorizzato in questi anni. Serve, allora, dotarsi di strumenti operativi. Primo fra tutti quella società di gestione capace di una regia complessiva e di un'operatività rapida ed incisiva necessaria anche per interfacciarsi al meglio con possibili investitori privati. Con il sindaco Dipiazza eravamo arrivati ad un passo dalla sua realizzazione già tre anni fa, ma poi imbarazzi elettorali e veti degli alleati hanno, come è evidente, bloccato tutto. Un secondo aspetto riguarda proprio l'interesse di realtà finanziarie ed imprenditoriali importanti. Anche a me è capitato di incontrane molte in questi anni ma le ho viste quasi sempre andare altrove, e se finora non si è concretizzato nulla è perché chi ha risorse da investire chiede regole e tempi certi, interlocutori capaci di muoversi sul mercato internazionale e un progetto organico. Se, come ci è stato ricordato anche in questi giorni ci sono decine di manifestazione d'interesse, perché in sei anni non se n'è concretizzata neppure una? Di certo non è incoraggiante per chi voglia fare un investimento scoprire, ad esempio, che negli ultimi anni diverse cordate importanti non hanno avuto la possibilità di veder valutati seriamente i loro progetti per riqualificare i magazzini Greensisam, ora oggetto di trattativa con la Regione per realizzare l'ennesimo spostamento di uffici e personale a spese del bilancio pubblico. Una cosa dovrebbe essere chiara a tutti (ma non, evidentemente, a chi governa oggi dai palazzi di piazza Unità): Porto vecchio "funzionerà" solo nella misura in cui diventerà un attrattore di nuove attività e nuove opportunità. Quell'area, a detta degli esperti, potrebbe portare sul nostro territorio investimenti fino a tre miliardi di euro. Ma se ci si limitasse a spostare in riva al mare qualche ufficio pubblico, qualche dipartimento universitario o qualche migliaio di triestini "traslocati" da altri rioni, si tratterebbe di un errore mortale che impedirebbe di fare spazio a quelle "energie fresche" di il territorio ha bisogno, creando solo l'ennesima cattedrale nel deserto. Se invece sapremo farne l'embrione di una nuova smart city, un'area urbanisticamente innovativa, che sia ricca di tecnologie avanzate, a emissioni zero e mobilità sostenibile da città del Nord Europa avremo finalmente vinto la sfida di mettere a frutto quella "miniera di futuro" che per troppi anni è rimasta colpevolmente ignorata.
IL PICCOLO - MERCOLEDI', 24 giugno 2020
Rilancio del Porto vecchio al traguardo: il giorno della variante che lo
ridisegna
Piano regolatore: oggi in giunta il via libera ai documenti. A settembre
firma con Regione e Authority, poi le prime gare
Il sindaco Roberto Dipiazza è in vena di accostamenti evocativi sul futuro
del Porto vecchio: «Sembrerà Barcellona» suggerisce, pensando al progettato
lungomare che unirà le Rive a Barcola e su cui si affacceranno anche strutture
residenziali. E non mancherà anche un pizzico di California, grazie ai previsti
insediamenti di attività ad alto contenuto tecnologico: «tipo la Silicon Valley»
garantisce il primo cittadino. Propositi ambiziosi, certo, ma che da oggi
potranno davvero cominciare a trovare un'attuazione concreta. L'iter per la
riqualificazione dell'area di Porto vecchio è arrivato infatti a un passo dal
traguardo. VARIANTE E VAS: oggi in giunta - Questa mattina approda in giunta
comunale la delibera, a firma dello stesso Dipiazza, per il via libera alla
proposta di variante al Piano regolatore e al documento con la Valutazione
ambientale strategica (Vas) contenente le verifiche di sostenibilità. A quel
punto si aprirà un periodo di 60 giorni entro i quali cittadini ed enti potranno
presentare eventuali osservazioni. Una volta trascorsi i due mesi, mancherà
soltanto la firma "triplice" che coinvolgerà anche Regione e Authority portuale
sull'accordo di programma. Quello sarà il traguardo finale, che secondo il
sindaco potrà essere raggiunto in settembre. «A quel punto - sottolinea Dipiazza
-, gli interessati potranno presentare le offerte per acquisire le strutture,
insediare attività e realizzare progetti nel Porto vecchio». Gare per
aggiudicare le strutture - Braccio operativo il nuovo Consorzio per la
valorizzazione dell'area, finora denominato "Ursus", che raccoglierà le offerte.
Del Porto vecchio, oltre ai 5 moli, fanno parte ben 23 grandi edifici tra
hangar, magazzini e depositi risalenti alla seconda metà del XIX Secolo. Per
ogni struttura disponibile saranno effettuate delle gare e prevarrà l'offerta
più alta. Per stabilire le valutazioni di partenza di ogni struttura sarà
possibile rivolgersi all'Agenzia delle Entrate. «Ricorderei - puntualizza
Dipiazza - che il Porto vecchio mi è stato consegnato di fatto non prima del
giugno 2017 e adesso, dopo tre anni, portiamo in giunta la delibera che
costituisce il passaggio determinante per completare l'iter. Ci abbiamo messo il
massimo impegno e ci tengo a ringraziare gli uffici tecnici del Comune che hanno
continuato a lavorare senza sosta anche durante il lockdown. Con la
riqualificazione del Porto vecchio si apriranno per Trieste delle grandi
opportunità».dagli hotel alle imprese hi tech - Decisamente variegate le
destinazioni d'uso per il nuovo Porto vecchio previste nella variante, documento
sottoscritto dal direttore del Dipartimento Team (Territorio Economia Ambiente
Mobilità) Giulio Bernetti, affiancato da Roberto Prodan, Paolo Cernivani, Luca
Kerstich, Mauro Pennone e Andrea Zacchigna. Uso residenziale, servizi, attività
alberghiere, direzionale, commercio al dettaglio (non centri commerciali),
parcheggi e autorimesse. Sarà favorito l'insediamento di imprese produttive: non
industria pesante, ma attività ad alto contenuto tecnologico e operanti
nell'ambito dell'Ict (le tecnologie dell'informazione e della comunicazione).
Incentivata anche la presenza di attività legate alla sfera delle industrie
culturali e creative, a sostegno del comparto turistico, nautico, congressuale e
del sistema museale. parco, spazi pedonali e ciclabili - Per quanto riguarda le
opere di urbanizzazione è prevista la realizzazione di un parco lineare pedonale
e ciclabile, di aree verdi diversificate a seconda della specifica vocazione
della zona e della destinazione d'uso degli edifici. In questo contesto si
inserisce anche il nuovo collegamento con cabinovia tra Molo IV e Carso. La
riqualificazione del Porto vecchio passa attraverso una valorizzazione della
mobilità sostenibile, dai bus-navetta al bike sharing. Il recupero storico - Gli
interventi di ristrutturazione dovranno valorizzare gli edifici di rilevanza
storico-culturale, gli elementi architettonici, i materiali e le eventuali
attrezzature tecnologiche (gru, elevatori e montacarichi) che li caratterizzano,
oltre a individuare e recuperare le pavimentazioni in masegno o in altri
materiali lapidei di valore storico. Centro congressi e magazzino 26 - «Ci sono
grandi progetti già in fase avanzata - ricorda Dipiazza -, come il Centro
congressi (in project financing ndr) e l'Immaginario Scientifico al Magazzino
26». Quest'ultimo diventerà anche la sede del nuovo Museo del Mare e ospiterà le
masserizie degli esuli istriano-dalmati. Il Magazzino 20 è stato intanto dato
alla Sovrintendenza in comodato. Nel frattempo è stato completato il primo lotto
per quanto riguarda le infrastrutture e la viabilità, e ora toccherà al secondo.
«Sono soddisfatto - aggiunge il sindaco - di quello che siamo riusciti a fare
per quanto riguarda viabilità e parcheggi, a cominciare dal Park Bovedo».
Quartiere residenziale - Tra gli indirizzi della variante c'è la valorizzazione
degli spazi fronte mare, riservando aree per la fruizione pubblica, affacci,
zone di svago e divertimento tali da favorire anche gli insediamenti
commerciali. Ancora da esplorare le potenzialità del Porto vecchio sotto il
profilo residenziale. In funzione della variante sono stati effettuati dei
calcoli basati sulle previsioni demografiche per non creare squilibri e solo
alcune delle strutture potranno essere destinate all'uso abitativo: le più
appetibili, in questo senso, potranno diventare quelle con vista mare. Quanti
residenti potrà ospitare Porto vecchio? Si prevede al momento un tetto massimo
di 1.100 persone.
Piero Tallandini
IL PICCOLO - VENERDI', 29 maggio 2020
L'opposizione boccia l'ovovia dei "sogni" - Maggioranza in trincea
Centrosinistra e M5s: «Costi pubblici enormi. E il tram?» - Lega e Fi:
«Ma al Comune non costerebbe un soldo»
IL PICCOLO - GIOVEDI', 28 maggio 2020
Ovovia
Molo IV-Opicina - Bora e costi esorbitanti non frenano il Comune
La giunta accelera sulla realizzazione del maxi impianto da 30 milioni di
euro - Polli: «Perfetto per chi vuole andare in osmiza senza muovere la
macchina»
Monfalconese ricco di piste ciclabili fuori dal bici
bonus - Rabbia dei venditori
Granzon: «Un incentivo magari più basso, ma a tutti» - Artuso: «Siamo
discriminati». Bolzan: «Servirebbe molto»
«Meglio dirottare risorse sullo sviluppo delle ciclovie» - il parere
dell'associazione Bisiachiinbici
A Turriaco si sarebbe preferito che i fondi andassero ai Comuni per la
realizzazione di infrastrutture e l'attivazione di servizi, come bike sharing
più evoluti.
IL PICCOLO - MERCOLEDI', 27 maggio 2020
Da Campi Elisi a Porto vecchio: piano ciclabili al via in autunno
In agenda una serie di interventi per agevolare gli spostamenti in bici,
a partire da un ponticello a Sant'Andrea per evitare l'attraversamento della
strada
Il Comune annuncia un piano di interventi per le ciclabili, in agenda a
partire da settembre. Dall'opposizione, però, si reclamano soluzioni provvisorie
per l'estate. È quanto emerso nella seduta della Sesta commissione del Consiglio
comunale competente in materia di urbanistica e mobilità, svoltasi ieri in
modalità telematica, alla quale hanno partecipato anche l'assessore Luisa Polli
e il dirigente Giulio Bernetti. Per quanto riguarda la ciclabile che da Campo
Marzio si sviluppa verso Ponziana, è stata annunciata la realizzazione di un
ponticello nei pressi dell'imbocco della Gvt, tra via delle Fiamme Gialle e
largo Irneri, che permetterà di proseguire il percorso più "in basso", lato
mare, lungo la ferrovia, senza quindi dover attraversare la strada come accade
ora. Avvicinandosi al centro, come ha riferito a questo proposito l'ingegner
Bernetti, sta procedendo positivamente il dialogo tra il Comune e l'Autorità
portuale per tracciare una pista ciclabile al posto di una porzione degli
attuali parcheggi lungo le rive. In Porto vecchio, invece, è stato confermato
che è prevista l'installazione di altre due postazioni di bike sharing ed è
stato comunicato nel contempo che il secondo lotto dei lavori è stato già
finanziato e partirà dopo Esof, rendendo possibile il collegamento della
ciclabile da piazza Libertà alla rotatoria di viale Miramare, con l'obiettivo
poi di allungarla fino al park Bovedo. Rimanendo in zona, è stato precisato che
il progetto dell'ovovia prevede pure la possibilità di trasportare le biciclette
all'interno delle cabinovie dirette in Carso. L'assessore Polli ha anche
anticipato il contenuto di due ordinanze alle quali sta lavorando il Comune: una
permetterà l'uso da parte dei ciclisti delle corsie preferenziali dei bus in via
Ghega e via Carducci (come già succede in via Mazzini) e l'altra stabilirà delle
deroghe nelle aree adiacenti al mare perché i cittadini abbiano la possibilità
di parcheggiare più liberamente le bici. E sempre in occasione della Sesta
commissione di ieri, è stata presentata una mozione, prima firma Sabrina Morena
di Open, che chiede la progettazione di una ciclabilità provvisoria in vista
dell'estate, quando si ipotizza che molte persone decideranno di usufruire della
bici per diminuire il rischio di contagio da coronavirus. In particolare, la
proposta di Morena è quella di creare un tratto ciclabile temporaneo in corso
Cavour (dietro il Magazzino delle Idee) per consentire il passaggio agevole e
sicuro di chi proviene dalle Rive ed è diretto in Porto vecchio.
Simone Modugno
IL PICCOLO - LUNEDI', 18 maggio 2020
«Ovovia
di Monte Grisa autentica presa in giro» . Lo sfogo di De Gioia
La cosa comica è che i "capigruppo di tutte le forze politiche,
ritenendola importante e di attualità, hanno voluto tutti sottoscrivere la
mozione".
IL PICCOLO - DOMENICA, 17 maggio 2020
E il
sindaco lancia il progetto per un'ovovia Molo IV-Opicina - LA PROPOSTA
ILLUSTRATA DA DIPIAZZA
Il progetto dell'ovovia rientrerà nel piano urbano della mobilità
sostenibile e nella riqualificazione del Porto vecchio.
IL PICCOLO - GIOVEDI', 28 novembre 2019
Funivia su Opicina Dibattito fra partiti sul percorso finale - in commissione
C'è chi fa risalire gli albori del progetto al 1937 e chi addirittura all'epoca asburgica. La celebre funivia, che nell'immaginario di generazioni di triestini un giorno dovrebbe collegare il Carso al lungomare, ieri ha ricevuto il primo ok dell'aula dopo anni di silenzio. La proposta, riportata in auge dal consigliere comunale Roberto De Gioia (Progetto Fvg), ieri è passata in quarta commissione, presieduta dal forzista Michele Babuder. Ma con un colpo di scena, che non è piaciuto a tutti: il tragitto potrebbe non essere quello ipotizzato finora, da Monte Grisa a Barcola. In alternativa gli uffici stanno infatti vagliando l'opzione Opicina-Park Bovedo, particolarmente «comoda - ha spiegato il dirigente comunale Giulio Bernetti - perché consentirebbe un tracciato diretto, senza toccare le case. L'ovovia avrebbe risvolti non solo turistici ma anche trasportistici innovativi. Abbiamo affidato uno studio di fattibilità a un esperto, che prenderà in considerazione entrambe le opzioni». Antonella Grim (Italia Viva) ha auspicato «una valutazione complessiva. Forse sarebbe più opportuno trovare un punto d'arrivo tra Barcola e Miramare, invece che in Park Bovedo». Diversi si sono poi schierati a difesa di Monte Grisa, tra cui lo stesso De Gioia: «Una balconata stupenda su Trieste, con ristorante, parcheggi e altri servizi. Quell'area ha una valenza sia logistica che storiografica». Propendono per Monte Grisa pure il presidente del Consiglio comunale, Francesco Panteca, e il patriota Salvatore Porro, secondo cui «il santuario di padre Luigi Moro è il punto d'arrivo ideale. A Opicina c'è già il tram, ma non strutture turistiche adeguate». Per Babuder prioritario è «minimizzare impatto visivo, costi di manutenzione e consumo del suolo. Un'eventuale stazione intermedia in piazzale 11 Settembre consentirebbe inoltre di ovviare all'imbuto stradale». L'impianto dovrà in ogni caso avere anche un secondo spezzone, che colleghi il lungomare con il centro. L'operazione potrebbe valere circa 15 milioni di euro.
Lilli Goriup