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Dentro il paesaggio
Domenica 15 ottobre 2006
Dal Carso al mare attraverso i pastini di rio Bovedo
Con il famoso tram de Opcina si giunge
all’Obelisco di Opicina e poi ci si incammina lungo la strada pedonale
Napoleonica scendendo per sentieri fino a Barcola. I terreni e la
meteorologia condizionano la flora ed anche l’agricoltura di campi e
vigneti (pastini) terrazzati. Insediamenti abbandonati si mescolano ad
una disordinata nuova edificazione.
Ritrovo alle ore 10.00 presso la
Stazione Centrale di Trieste.
L'escursione si svolge sul versante rivolto al mare, ovvero a sud-ovest, del
ciglione dell'altipiano carsico, nella parte occidentale del territorio del
comune di Trieste. Saliremo con il "Tram de Opcina", o qualora fosse guasto come
spessissimo accade con l'autobus, sino al valico dell'Obelisco, a 345 metri di
quota sul livello del mare.
Da lì
percorreremo verso nord-ovest, in leggera discesa, la strada "Napoleonica" o
"Vicentina", e poi scenderemo per antichi sentieri e scalette fino a Barcola, al
livello del mare. Questo versante, visto da lontano, appare quasi uniforme; in
realtà esso è costituito da due ambienti profondamente diversi dal punto di
vista del suolo: quello carsico, calcareo, e quello dei rilievi argillosi
arenacei (flisch), ricchi di acque superficiali e di vegetazione; questa
differenziazione è invece evidente, anche vista da lontano, dopo i periodi di
siccità estiva, fortunatamente non molto frequenti ma in intensificazione negli
ultimi decenni: allora le zone con suolo calcareo, in linea di massima al di
sopra di quelle argillose, appaiono pesantemente ingiallite, mentre persiste il
verde dove il suolo mantiene delle acque in superficie, cioè in presenza di
flisch. Il versante precipita ripido ed uniforme nel tratto calcareo, mentre
molto più variegata è la topografia del flisch, con vallette e sommità collinari
secondarie; la linea di separazione tra i due ambienti non corre peraltro
parallela alle isoipse, bensì tende a scendere di quota man mano che si procede
verso nord-ovest, fino a toccare la linea di costa in corrispondenza del paese
di Santa Croce. Nella nostra escursione attraverseremo ovviamente questa linea
di separazione e noteremo come le tracce di presenza umana siano molto più
evidenti nella zona a suolo argilloso, come è del resto assai facilmente
spiegabile essendo il versante calcareo ripido, privo di acque superficiali,
arido e caratterizzato da temperature estreme rispetto alle zone sottostanti.
Essendo il rilievo carsico orientato da nord-ovest a sud-est (come tutta la
fascia balcanica occidentale che qui inizia e prosegue poi senza soluzione di
continuità sino alla Grecia), ne consegue che il versante è riparato dal vento
freddo di nord-est (Bora), che peraltro precipita in mare e presenta i massimi
di velocità al largo proprio in corrispondenza del tratto di cui stiamo
parlando; troveremo quindi, nel territorio a "flisch" anche alberi di alto fusto
che non potrebbero prosperare in zone battute dal vento su suolo calcareo. Al
giorno d'oggi gli insediamenti storici su questo versante sono abbandonati, e
con essi i muretti di contenimento dei "pastini", ovvero dei terrazzamenti che
rendevano possibile l'attività agricola, mentre dal basso tende a salire
un'urbanizzazione selvaggia in cerca di insediamenti con "vista mare"; si tratta
di uno dei più gravi problemi ambientali del territorio di Trieste, innanzitutto
perché, proprio per la sua discontinuità geologica, questo è un territorio ad
altissimo rischio idro-geologico: lo strato superficiale di flisch tende infatti
a scivolare sui calcari sottostanti, ed il rischio ovviamente aumenta in
presenza di carico da edificazioni; la zona è inoltre difficilmente
raggiungibile per la ripidità dei versanti, la mobilità deve per forza basarsi
sui mezzi privati aumentando il traffico pendolare, e creando situazioni di
inevitabile disagio in caso di maltempo, in particolare di nevicate; dato che si
vuole, ovviamente, giungere in auto sino alle case, sono state aperte, più o
meno legalmente, stradine di accesso ripidissime in cemento, impedendo la
percorrenza dei sentieri eludendo le servitù di passaggio; è uno dei problemi
che avremo modo di verificare durante la nostra passeggiata.
Dal punto
di vista fito-climatico, la zona riveste un certo interesse perché, in virtù
dell'esposizione a sud-ovest che provoca alte temperature estive ed evita le
peggiori sfuriate invernali, possiamo trovare, oltre ad una vegetazione di alto
fusto sul terreno arenaceo, anche dei fito-tipi più propriamente mediterranei,
come ad esempio il cisto; un tempo, oltre alla vite, in questi territori veniva
coltivato anche l'olivo: ora, come detto, l'agricoltura è abbandonata in questo
territorio mentre viti, e anche qualche olivo, si trovano più a nord-ovest, a
valle di Prosecco-Contovello; gli aspetti più propriamente mediterranei sono
anch'essi reperibili più a nord-ovest, verso Santa Croce, dove il terreno
calcareo favorisce la prevalenza, relittuale, di essenze quali il leccio, qui
sporadico; va detto comunque che le varie tipologie di conifere, tra cui alcune
tipicamente mediterranee, che caratterizzano le quote più alte di questo
versante, e scendono sino al mare più a nord, sono artificiali, frutto di
intervento umano di rimboschimento. La flora pertanto vede la prevalenza della
tipica boscaglia carsica, a roverella, carpino nero e frassino orno quali specie
prevalenti, mentre ambienti più particolari interessano in particolare gli
avvallamenti sul flisch, con essenze di più alto fusto.
Giunti
alla Strada del Friuli, antico collegamento che dovremo attraversare per
scendere a Barcola, potremo sostare per un ristoro conviviale presso il circolo
ARCI CASA GIALLA. Poi scenderemo ripidamente tra le villette sino al lungomare
di Barcola da dove, con l'autobus della linea 6, torneremo al punto di partenza.
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Siamo finalmente giunti ad uno spiazzo erboso che si trova proprio al confine tra il calcare carsico ed il flisch di arenaria. Qualcuno cominciava ad essere stanco ed ad una escursionista si erano addirittura semistaccate le suole delle scarpe ! Non ci siamo scoraggiati ed abbiamo ripreso la camminata nel bosco sino a giungere ad uno stagno al quale rimaneva ormai pochissima acqua vista la siccità del periodo. La camminata si è conclusa al Circolo ARCI della Casa Gialla dove alcuni nostri soci avevano già preparato le varie portate del pranzo (antipasti, primi, grigliata mista, birra e vino in abbondanza).
Alla fine tutti sono rimasti soddisfatti e ci hanno fatto i complimenti: questa è la migliore conclusione per una bella giornata tra amici.
Circolo Arci Casa Gialla - strada del Friuli, 152