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Dentro il paesaggio

Domenica 4 settembre 2005

IL LITORALE URBANIZZATO DEL GOLFO DI TRIESTE

con il patrocinio del Comune di Trieste

Si è svolta con notevole successo di pubblico, al limite della capienza della motonave Livenza, l'annunciata escursione di Legambiente nel golfo di Trieste lungo il tratto più antropizzato del nostro litorale, ovvero i porti nuovo e vecchio, e quello industriale.
Alla presenza dell’arch. Moreno Baccichet, del circolo Legambiente di Pordenone, responsabile regionale della campagna "Dentro il paesaggio", nel cui ambito si è inserita la manifestazione, e guidati dalle spiegazioni dell'arch. Antonella Caroli, già segretario generale dell'Autorità Portuale, i partecipanti hanno potuto ammirare dal mare il dispiegarsi di edifici, infrastrutture, stabilimenti, magazzini, rinnovati o più spesso fatiscenti e sottoutilizzati, che caratterizza questo tratto di costa: un patrimonio immenso, non solo per le sue potenzialità economiche al giorno d'oggi più interessanti che in alcuni periodi del passato ma anche per il suo valore architettonico, culturale ed anche estetico. Anche questo è infatti "paesaggio", anche il susseguirsi di costruzioni, ruderi, rottami arrugginiti e strutture invece splendenti nei loro nuovi colori è carattere peculiare di un territorio, che lo identifica e lo rende unico; senza peraltro evitare di notare la gravissima compromissione ambientale di alcuni tratti di costa, in particolare quelli corrispondenti alla Ferriera di Servola ed al porto industriale.

La storia di Trieste e delle sue forme è estremamente complessa. Parti molto diverse, in termini di paesaggio urbano, sembrano convivere con contrasti stridenti. Lungo la riva del mare, durante l'ultimo secolo, si è venuto a costituire un continuum di edifici, strutture portuali e industrie, provocando una sorta di grande intasamento che ha privato città e campagna del loro tradizionale rapporto con il mare. Solo lungo la costiera le difficoltà evidenti di una speciale morfologia territoriale ha impedito questa aggressione.

Il litorale è diventato un "retro" della città prolungando l'immagine della periferia in un conurbamento che ormai avvolge anche Muggia. All'interno di questa strana struttura territoriale ci sono però anche luoghi di eccellenza come i due centri storici e le loro rive urbane e il Porto Vecchio. In realtà la dimensione dilatata delle strutture novecentesche della città ha lasciato dietro a sé troppi spazi da valorizzare per cui diventa indispensabile un generale processo di restauro urbano. In particolare, deve essere ripristinato il rapporto della città con la riva del mare, così come va recuperato il rapporto che la città aveva con il suo paesaggio mediante la creazione o il ripristino dei numerosi belvedere. Vanno infatti tutelate le potenzialità legate alla fruizione ecologica e ricreativa delle aree non edificate a monte della città, indispensabile connettivo tra la scarpata e il Carso da una parte e il litorale dall'altro. In questo senso si rende ancor più drammatica la colonizzazione della piana del Rio Ospo che poteva essere uno dei naturali collegamenti tra i due ambienti.