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La questione ferroviaria in Italia e in Europa, tra sogni (o incubi) di T.A.V. e misera realtà di ogni giorno
Durante il dibattito, Paolo Privitera ha messo in luce gli aspetti più biechi della politica italiana che puntualmente predilige le grandi opere spesso inutili e dannose, dove però ci sono molti quattrini da distribuire, piuttosto che potenziare le infrastrutture esistenti e pensare di farle finalmente funzionare. Le recenti vicende in Val di Susa hanno dimostrato ancora una volta che i cittadini possono auto affermarsi nel confronto con le istituzioni che invece di tutelare il territorio e la qualità della vita preferiscono ricorrere al manganello. Marco Chiandoni, coordinatore dei comitati dei pendolari del F.V.G. ha sottolineato il disinteresse quasi totale delle amministrazioni pubbliche e dei partiti di tutti gli schieramenti per il problema dei pendolari che giornalmente utilizzano le ferrovie regionali dove sono all'ordine del giorno ritardi, disservizi, sporcizia, scortesia. Dei problemi delle infrastrutture ferroviarie, dei vecchi locomotori di Trenitalia e della loro manutenzione effettuata male e in subappalto, del Piano Regionale Integrato dei Trasporti del FVG ha parlato Giorgio Miotto che ha sottolineato il mancato utilizzo dello scalo di Cervignano o della stazione di Tarvisio dove sono stati spesi ingenti quantità di soldi pubblici. Infine Andrea Wehrenfennig ha illustrato alcune problematiche relative all'utilizzo della ferrovia anche come metropolitana leggera che potrebbe attraversare le rive per collegare rapidamente le principali periferie cittadine.