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Rischio ozono

  Lo ha sentenziato di recente la rivista Nature: l’ozono più basso, quello a contatto diretto con la terra, contribuirebbe ad aumentare l’effetto serra. Quindi questo gas quando è a bassa quota non solo è dannoso direttamente per la salute umana (è uno dei principali inquinanti urbani), ma causerebbe anche danni planetari indiretti, contribuendo insieme ad altre sostanze nocive a intrappolare il calore terrestre che altrimenti andrebbe disperso nello spazio (l’effetto serra). Agendo sull’attività delle piante, secondo la ricerca inglese dell’Università di Exeter, il gas diminuisce l’efficace assorbimento di anidride carbonica da parte delle foglie. Il risultato è che anche grazie all’ozono a bassa quota respiriamo più CO2 nell’aria e la terra tenderà a riscaldarsi maggiormente, favorendo i cambiamenti climatici. Insomma, oltre alle solite emergenze legate all’ozono, probabilmente sentiremo parlare di questo inquinante anche per altre ragioni. Ma per ora, finché la scienza non convaliderà i risultati della ricerca inglese, includendo l’ozono terrestre nei modelli di studio sui gas serra, preoccupiamoci degli effetti che l’inquinamento da ozono ci obbliga a subire in città. Un effetto sulla nostra salute ben diverso da quello prodotto dallo strato di ozono atmosferico (quello “buono”, ad alta quota), che invece ci protegge dai raggi solari. Reduci dall’estate, stagione in cui si raggiungono i picchi più alti del gas, facciamo un bilancio dell’ozono urbano.

 Quanto è nocivo

L’ozono è un inquinante secondario che si forma quando altri gas, prodotti dalle automobili, dalle centrali energetiche e dalle caldaie, si combinano tra di loro reagendo in presenza di luce e calore. L’esposizione all’ozono è associata a una serie di effetti dannosi per la salute ed è ritenuta causa di migliaia di morti premature ogni anno in Europa. I picchi del gas, e quindi i rischi maggiori, si verificano in estate, nel pomeriggio e in presenza di raggi solari.

- Effetti sulla salute. L’ozono è temibile soprattutto a elevate concentrazioni: è irritante per le vie aeree, può causare difficoltà respiratorie e aumentare la frequenza e l’intensità degli attacchi di asma.

In particolare, l’ozono attacca i tessuti delle vie respiratorie, come gli alveoli polmonari.

Già un’esposizione di breve periodo si fa sentire. Gli episodi di inquinamento acuto di poche ore possono provocare irritazione a naso, gola e occhi, scatenare attacchi di tosse e dare un senso di pesantezza al torace. Questi sintomi potrebbero già manifestarsi con concentrazioni di ozono di media intensità.

- Soggetti a rischio. L’esposizione all’ozono può aggravare l’asma e altre malattie respiratorie come polmoniti e bronchiti. Alcuni studi hanno dimostrato che quando le concentrazioni di ozono sono elevate, gli asmatici hanno attacchi più frequenti e richiedono maggiori cure sanitarie. Al contrario, non è dimostrato che le concentrazioni crescenti di ozono abbiano portato a un aumento dell’incidenza dell’asma nella popolazione. L’asma è la più frequente malattia respiratoria tra i bambini dell’Europa occidentale: colpisce circa il 7% dei piccoli.

I bambini sono vulnerabili all’ozono, come del resto sono particolarmente sensibili a tutte le forme di inquinamento dell’aria. La loro frequenza respiratoria è maggiore di quella di un adulto e quindi assimilano più inquinanti per chilo di peso corporeo.

 

Inoltre i bambini, specialmente i neonati, sono più vulnerabili perché i loro meccanismi di difesa non sono completamente sviluppati. Alcuni studi hanno dimostrato che l’esposizione a lungo termine all’ozono riduce lo sviluppo della funzione dei polmoni nei bambini. La ridotta capacità di questi organi potrebbe contribuire in età adulta a una minore aspettativa di vita.

L’esposizione frequente all’ozono, comune nelle grandi città, aumenta l’incidenza di infezioni polmonari (come tosse e polmonite) tra i bambini.

 

I costi del danno

Come per altri inquinanti, sono state fatte stime del costo sanitario dell’esposizione all’ozono. Il gas risulta responsabile di circa 20 mila morti premature in Europa ogni anno.

Si stima anche che all’ozono sia legato l’aumento del ricorso a cure mediche per disturbi respiratori.

Per quanto sia difficile stimare i costi reali di un inquinante sulla popolazione e sull’economia, l’Unione europea ha fatto un bilancio della spesa sanitaria legata all’ozono per l’anno 2000: circa 11,9 miliardi di euro. I Paesi mediterranei sono quelli che devono sostenere i costi maggiori. E non è un caso, dato che sono anche i più soleggiati.

La caldissima estate 2003 è stata particolarmente critica per l’inquinamento da ozono. Il recente studio Apat-Oms sugli effetti dell’inquinamento atmosferico sulla salute della popolazione ha evidenziato che sono più di 500 i morti all’anno attribuibili al gas nelle 13 città italiane considerate.

L’inquinamento da ozono non preoccupa solo le autorità sanitarie, ma anche il mondo dell’agricoltura e delle foreste. Il gas ha effetti diretti sull’ambiente. L’inquinamento esiste anche in campagna, visto che basta il vento a portare il gas anche a centinaia di chilometri dalle fonti di emissione. Non a caso l’ozono è considerato il più grave problema di inquinamento atmosferico per l’agricoltura in Europa.

Per l’anno 2000 è stato stimato che l’ozono abbia causato una perdita di guadagni all’agricoltura europea di circa 2,8 miliardi di euro. Quando viene assorbito dalle foglie, ostacola la crescita delle cellule vegetali, danneggia la vegetazione e impoverisce i raccolti. I danni che l’ozono può causare variano a seconda del tipo di coltura: quella che risente maggiormente di questo inquinante è il frumento.

 

Intervenire subito

Circa un terzo della popolazione europea è sottoposta a concentrazioni di ozono superiori alle soglie definite nella direttiva 2002/3/CE.

Uno degli obiettivi di Bruxelles è limitare a un massimo di 25 il numero di giorni all’anno in cui la concentrazione media del gas superi i 120 µg per metro cubo d’aria.

La prevenzione, dunque, sembra essere la strategia adottata dall’Ue.

La direttiva europea prevede anche che le autorità comunichino alla popolazione con rapidità, giornalmente o ogni ora, i picchi di ozono superiori a 180 µg/m³ (la cosiddetta soglia di informazione).

Gli Stati membri devono poi rendere conto mensilmente alla Comissione europea del numero di superamenti delle soglie.

Ma una cosa davvero importante per la tutela della popolazione è la tempestività con cui si interviene, anche perché i valori di ozono possono innalzarsi nel giro di poche ore, soprattutto d’estate.

 

Non è facile informarsi

Come per gli altri inquinanti atmosferici, anche per l’ozono le informazioni che arrivano al cittadino da parte di amministratori locali, agenzie ambientali e media sono piuttosto scarse (ricordate: lo trovate indicato con il simbolo O3).

Eppure la tempestività della comunicazione dell’inquinamento da ozono è fondamentale, prima che le concentrazioni raggiungano picchi elevati nell’arco di poche ore. Si può anche fare informazione preventiva. Incrociando i dati di inquinamento e quelli meteorologici, gli esperti sono in grado di prevedere con ragionevole affidabilità l’andamento dell’inquinamento da ozono per due o tre giorni consecutivi.

Anche se con poca enfasi, il superamento delle soglie di legge di solito viene segnalato attraverso i mezzi di stampa. In caso di inquinamento elevato, l’amministrazione comunale può anche decidere di informare direttamente la popolazione, ad esempio tramite i cartelloni a messaggio variabile che solitamente riportano informazioni sulla viabilità.

Spesso non è sufficiente. Per avere maggiori informazioni  sui livelli di ozono di quelle fornite dai quotidiani nelle pagine locali, vi consigliamo di consultare il sito del vostro comune o quelli delle Agenzie regionali per la protezione dell’ambiente. La scorsa estate abbiamo fatto un monitoraggio dell’informazione offerta online sull’ozono: non sempre si trovano dati aggiornati, ma qualche esempio positivo non manca.

 

Come proteggersi

Per proteggersi dall’ozono l’unica forma di prevenzione è restare in casa, soprattutto in certe ore della giornata. L’esposizione al gas va evitata soprattutto di pomeriggio, ovvero nelle ore più calde (tra le 14 e le 18). Conviene uscire al mattino presto o la sera tardi, in modo da evitare le ore in cui si raggiungono i picchi maggiori. Tra le mura domestiche le concentrazioni di ozono sono molto inferiori (circa il 50%) rispetto a quelle cui si è esposti all’aperto. Le sorgenti indoor di ozono, infatti, sono pochissime (per esempio lo sono le fotocopiatrici).

Quando salgono i valori di ozono l’attività sportiva all’aria aperta, soprattutto se intensa, è sconsigliata a tutti. Se aumenta la frequenza respiratoria, infatti, cresce anche l’esposizione al gas e ad altri inquinanti.

A seconda del grado di inquinamento (di seguito trovate le soglie di legge stabilite dalla direttiva europea), che potete conoscere attraverso tv e giornali, almeno nei periodi dell’anno più critici, o attraverso i dati pubblicati dalle stazioni di monitoraggio, si possono prendere alcuni accorgimenti per proteggere la propria salute.

- Inquinamento moderato da ozono (tra 120 e 180 µg/m³)

Sintomi leggeri, come irritazione di naso e gola, si possono manifestare nei soggetti sensibili. Gli asmatici e le persone con ridotta capacità respiratoria dovrebbero cercare di ridurre l’esposizione al gas, limitando le attività prolungate all’aperto.

- Inquinamento elevato da ozono (tra 180 e 240 µg/m³)

Effetti significativi, come difficoltà respiratorie, tosse, respiro affannoso, irritazione di occhi e gola, potrebbere presentarsi nei soggetti sensibili, come i bambini o gli anziani, che stiano all’aperto.

Persone con asma o altre malattie respiratorie dovrebbero ridurre l’esposizione evitando le attività all’aperto.

- Inquinamento molto alto da ozono (più di 240 µg/m³)

Si aggravano i sintomi importanti, come difficoltà respiratorie, costrizione del torace, tosse, respiro affannoso, e cominciano a essere colpite anche le categorie meno sensibili della popolazione.

Tutti dovrebbero evitare attività prolungate e intense all’aperto, ma in particolare le persone con asma e malattie respiratorie, bambini e anziani dovrebbero stare in casa almeno nelle ore più calde della giornata.

 

L’ozono in rete

Ecco qualche esempio di come vengono presentate le informazioni sulle concentrazioni di ozono estivo nei portali delle amministrazioni comunali di alcune grandi città o nei siti delle Agenzie regionali di protezione dell’ambiente. Le concentrazioni di ozono vengono rilevate quotidianamente dalle centraline, ma la diffusione dei dati non è altrettanto costante. Le stazioni di monitoraggio sono in tutto 183, ma distribuite in modo poco omogeneo sul territorio nazionale. Sono penalizzati soprattutto il Sud e le isole, anche se rispetto al 2005 è evidente lo sforzo maggiore da parte di alcune regioni, come Molise e Sicilia. Il problema ozono esiste, soprattutto nei mesi caldi. L’ultimo bilancio Apat rivela come la combinazione temperature elevate/traffico sia correlata ai picchi di ozono. A luglio e a settembre i valori del gas sono alti in quasi tutte le regioni, dove è disatteso l’obiettivo a lungo termine stabilito dall’Ue per la protezione della salute dei cittadini (la media giornaliera di 120 µg/m³). Le concentrazioni scendono invece ad agosto, quando nelle città svuotate crollano anche gli inquinanti prodotti dalle auto: i precursori dell’ozono, il 45% dei quali è prodotto proprio dai trasporti. Segno che l’inquinamento dell’aria è in buona parte responsabilità dei nostri comportamenti quotidiani, soprattutto il non saper fare a meno della macchina a discapito dei mezzi di trasporto collettivo.

 

Più informati, più sani

L’ozono è un gas dannoso per la salute con cui conviviamo molti giorni all’anno, sia in città sia in campagna. Gli effetti maggiori si hanno sull’apparato respiratorio, colpito soprattutto nei soggetti più sensibili, come anziani e bambini, o nelle categorie a rischio (gli asmatici).

La prevenzione è l’unica arma. Restare in casa nelle ore in cui si registrano i picchi maggiori ed evitare l’attività fisica all’aria aperta sono gli unici modi per cautelarsi.

Per proteggersi, però, serve la collaborazione delle amministrazioni comunali, cui spetta il compito di informare tempestivamente la popolazione sull’inquinamento dell’aria e sulle misure da adottare. Informazioni e consigli di comportamento devono essere dati ai cittadini in modo omogeneo per essere efficaci.

Ancora una volta, invece, i dati sugli inquinanti sono diffusi in modo poco capillare e dell’ozono si sente parlare troppo poco, anche in estate, la stagione più critica per questo inquinante.

 da Altroconsumo News (gennaio 2008)