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conferenza stampa del Circolo Verdeazzurro di LEGAMBIENTE Trieste
mercoledì 14 marzo
alle ore 12, presso il caffe' san Marco
IL CIRCOLO VERDEAZZURRO DI LEGAMBIENTE TRIESTE organizza una conferenza stampa per presentare un nuovo strumento che caratterizza qualitativamente e quantitativamente i metalli pesanti presenti nelle polveri sottili (PM10). Lo strumento, che e' stato ideato in collaborazione con Legambiente e realizzato dalla Sincrotrone Trieste s.p.a., puo' essere utilizzato per scoprire le fonti di inquinamento da PM10.
relatori:
Andrea Poggio - Vicedirettore Generale di Legambiente
Edoardo Busetto - ricercatore Sincrotrone Trieste s.p.a.
Bruno Giorgolo - Circolo Verdeazzurro di Legambiente Trieste
Il Circolo Verdeazzurro di Legambiente Trieste ha presentato uno strumento, che caratterizza qualitativamente e quantitativamente i metalli pesanti presenti nelle polveri sottili (PM10)
Il prototipo é stato progettato e realizzato da Edoardo Busetto, ricercatore presso la Sincrotrone Trieste s.p.a.; ha cooperato alla sua ideazione Lino Santoro, direttore del Circolo Verdeazzurro di Legambiente.
Ormai è noto a tutti che sussiste un rapporto molto stretto tra ricoveri ospedalieri, decessi e inquinamento atmosferico. Ad esso si deve attribuire l'incremento del 30 per cento d’asma e malattie allergiche registrato negli ultimi 10 anni. Secondo i risultati dei recenti studi MISA, c'è addirittura una relazione statisticamente significativa tra la concentrazione dei principali inquinanti atmosferici (SO2, NO2, CO, O3, PM10) e la mortalità giornaliera totale. La relazione permane anche quando si valuta la mortalità per le sole cause cardio-respiratorie.
Un ruolo particolarmente incisivo è attribuito alle polveri sottili. Infatti, numerosi studi hanno dimostrato un collegamento tra l'inquinamento da polveri sottili e una riduzione della funzionalità polmonare. Le particelle inalate, possono essere assorbite dai tessuti provocando danni locali che dipendono sia dalle loro dimensioni, sia dalla natura delle specie chimiche che le compongono. Tanto più la granulometria è fine tanto più l'inquinante si rivela pericoloso alla salute.
Il nostro territorio è continuamente monitorato dalle centrali di rilevamento dell'ARPA che c’indicano la quantità di polveri fini e approssimativamente le loro dimensioni. Sinora pero non si era in grado di rilevare loro natura; ciò è molto importante perché ogni sostanza ha un’azione diversa sull'organismo ed alcuni metalli pesanti sono particolarmente dannosi. Questo strumento (a cui non è ancora stato assegnato un nome specifico) rileva proprio la quantità e qualità dei metalli presenti nelle polveri sottili. Si possono così individuare dei "finger print" che permettono di capire quali sono le precise fonti inquinanti e la loro rilevanza. Argomento questo che è sempre stato motivo di controverse discussioni nella nostra città tra coloro che devono assumere provvedimenti contro l'inquinamento e le organizzazioni ecologhe.
Il sistema è basato: sull’utilizzo di una sorgente di raggi X di bassa potenza, di un rivelatore a stato solido con raffreddamento autonomo, di un’elettronica residente e di un software d’analisi dati con connessione protetta attraverso rete internet che si presta alla creazione di network di punti di misura per la mappatura del territorio. A valle di generatore e rivelatore c'è una catena elettronica di rivelazione composta da uno stadio amplificatore del segnale proveniente dal rivelatore, da uno stadio di conversione analogico–digitale e da un analizzatore multicanale. Il tutto viene integrato in una piattaforma dotata di processore, anche questa sviluppata da Sincrotrone Trieste S.C.p.A.,
La piattaforma in oggetto permette anche un utilizzo multi sensore (fumo, fuoco, incendi boschivi, sostanze gassose, parametri meteo etc. a questo fine è stata concepita suddivisibile in moduli
leggi l'articolo sul Piccolo di giovedi' 15 marzo 2007
Piccole polveri e rischi per la salute
La bocciature delle delibere con cui le regioni del Nord Italia erano intenzionate a bloccare completamente il traffico dei veicoli dimostra che non ci si rende ancora completamente conto della gravità dell’inquinamento dell’aria delle nostre aree metropolitane e della catastrofe ambientale prossima ventura. Che, a pensarci bene, è già in atto. Nell’aria delle nostre città ci sono tre killer in piena attività: l’anidride solforosa (SO2), il diossido di azoto (NO2) e le polveri sottili (PM10, una volta comprese sotto la definizione particolato totale). La SO2 proviene da combustibili che contengono zolfo (gasolio e lignite) e non dovrebbe superare i 50 milionesimi di grammo per metro cubo (mig/m3): a Pechino si superano abbondantemente i 70, a Mexico City sono 74, mentre negli Stati Uniti si è registrata una diminuzione del 60% negli ultimi 35 anni, e nell’Unione Europea del 66%. Ma, se l’anidride solforosa diminuisce nei Paesi ricchi, il diossido d’azoto subisce un decremento minore ed è in crescita nelle nazioni emergenti: 140 mig/m3 a Pechino, 130 a Mexico City. Milano - a città più inquinata dell’Europa occidentale - registra 60 mig/m3 di NO2, così come Roma, mentre Napoli si giova del vento di mare (“solo” 32 mig/m3). Secondo l’OMS il limite per NO2 è 52 mig/m3, ma per attenersi bisognerebbe diminuire ogni forma di combustione, specialmente quella degli autoveicoli.
Ma il problema micidiale sono le polveri sottili, cioè le particelle atmosferiche che misurano meno di 10 micron di diametro (il PM10), il cui limite raccomandato dall’OMS è 90 mig/m3, limite che viene fatto scendere a 40 per l’Unione Europea. Il PM10 proviene dai fumi dei motori diesel e dalla combustione del carbone; c’è anche un PM2,5 composto di particelle talmente piccole che riescono a entrare in circolo nel sangue. Nessuna città europea dovrebbe superare i 35 sforamenti di quel limite per ogni anno e, anzi, l’obbiettivo ambizioso doveva essere di scendere a 20 mig/m3. Ma nei primi mesi del 2006 alcune città italiane erano già arrivate a 60 (Milano) e 40 (Roma) sforamenti e a Varsavia il PM10 si aggira attorno a 125 mig/m3, che crescono fino a 279 a Mexico City, 240 a Bombay, 390 a Pechino. Non ci sono sanzioni dell’UE per chi non rispetta il limite di 40 mig/m3, ma nessuno sembra preoccuparsi più di tanto che ogni 5 mig/m3 in più significano 19 morti premature in più ogni 100.000 abitanti all’anno. Per Milano si tratta così di 250 morti in più nell’indifferenza e nell’inazione più totali.
Però abbiamo altri primati: l’Italia è prima in Europa per numero di autovetture circolanti con 2 auto ogni 3 abitanti, per un totale di quasi 35 milioni di automezzi; nel continente la media è di 43 auto ogni 100 abitanti, da noi sono oltre 53. Inoltre gli italiani percorrono su ruota più km che qualsiasi altro europeo, visto che siamo passati dai quasi 2.500 km all’anno del 1960 ai circa 15.000 di oggi, cosa che conferma come più strade producano sempre e comunque un traffico maggiore. Intanto di traffico si muore.
Mario Tozzi primo ricercatore Cnr - Igag e conduttore televisivo
tratto dal mensile "CONSUMATORI" - numero 2 - marzo 2007