Roma, 10 febbraio                                                                                           Comunicato stampa

 

BLITZ DI LEGAMBIENTE

DA CIVITAVECCHIA A ROSSANO CALABRO, DA MILAZZO A PORTO TORRES

PER DIRE NO AL CARBONE

 

PIANO NAZIONALE EMISSIONI  E INCENTIVI CIP6 PER IL SULCIS

SONO NEMICI DI KYOTO

 

RINNOVABILI E RISPARMIO ENERGETICO UNICA CURA CONTRO I CAMBIAMENTI CLIMATICI

 

Civitavecchia, Brindisi, Venezia, Monfalcone, Piombino, Rossano Calabro, Porto Torres, Genova, Bastardo in Umbria, Gela e Milazzo. Sono 11 i blitz organizzati questa mattina dai volontari di Legambiente per ribadire un secco No al carbone e chiedere una politica energetica che persegua gli obiettivi del protocollo di Kyoto, investendo su risparmio e fonti rinnovabili.

Il piano nazionale delle emissioni recentemente presentato a Bruxelles dal governo, tra l’altro in odore di bocciatura,  dichiara Roberto Della Seta, presidente nazionale di Legambiente  spalanca le porte al carbone per le centrali termoelettriche italiane ed è uno dei motivi che hanno spinto oggi Legambiente a scendere in piazza in tutta Italia. E’ assolutamente incoerente e anacronistico, aggiunge Della Seta - considerare ancora l’opzione carbone mentre si tenta di ridurre le emissioni per raggiungere gli obiettivi di Kyoto.

Una politica pro carbone è nefasta non solo perché si tratta  della fonte fossile che genera le più alte emissioni specifiche di CO2, ma anche perché la sua presunta convenienza economica è dovuta a ingenti sovvenzioni statali, come quelli previsti con il CIP6 alle miniere del Sulcis, che invece di essere destinate alle rinnovabili, coprono parte dei costi d’estrazione. Insomma, conclude Della Seta - il carbone è una falsa soluzione perché aumenterebbe le emissioni di anidride carbonica e solo apparentemente ridurrebbe la bolletta energetica.

Legambiente ricorda che sono 12 le centrali italiane che bruciano carbone, contribuendo solo per  il 15% alla produzione elettrica nazionale, a fronte di oltre 44 milioni di tonnellate di CO2 (MtCO2), pari al 33% delle emissioni delle centrali termoelettriche (133 MtCO2) e al 7,5% del totale nazionale (583 MtCO2). Un apporto, dunque, tutt’altro che irrilevante in un contesto di forte ritardo rispetto agli obblighi di riduzione (-6,5% entro il 2012 rispetto alle emissioni del 1990, ad oggi si stima un +15%).

Legambiente chiede dunque una chiara inversione di tendenza che porti ad un sistema energetico distribuito, fondato sul risparmio energetico e sulle fonti rinnovabili, la riduzione progressiva dell’uso del carbone per la produzione di energia elettrica, fino al suo completo abbandono e la riconversione a gas naturale delle centrali termoelettriche che oggi utilizzano olio combustibile o carbone.

Solo in questo modo conclude il presidente di Legambiente - il nostro Paese potrà dare il suo contributo alla lotta ai cambiamenti climatici, i cui catastrofici effetti sull’ambiente e sull’economia mondiale sono stati confermati anche recentemente da fonti più che autorevoli. Cito tra gli altri il rapporto Stern pubblicato dal governo britannico lo scorso ottobre, lo studio della Commissione europea presentato a gennaio 2007 e il rapporto dell’Ippc - l’organo dell’Onu che si occupa di cambiamenti climatici - approvato qualche giorno fa. 

 

L’Ufficio stampa Legambiente

(06.86268379)

  

 

 


 

 

 

Le emissioni di CO2 dalle centrali a carbone nel 2004 (in milioni di tonnellate di CO2)

Centrale

Azienda

 Emissioni di CO2

Brindisi Sud

Enel

15,8

Fusina (Venezia)

Enel

5,4

Fiumesanto (Porto Torres)

Endesa

4,1

La Spezia

Enel

4,0

Vado Ligure (Savona)

Tirreno Power

3,9

Monfalcone (Gorizia)

Endesa

3,0

Genova

Enel

2,2

Brindisi Nord 

Edipower

1,9

Sulcis (Sardegna)

Enel

1,6

Marghera  (Venezia)

Enel

1,0

Bastardo (Umbria)

Enel

1,0

Brescia

Asm

0,6

Totale centrali termoelettriche a carbone

 

 

44,5

Totale centrali termoelettriche con potenza superiore ai 50 MW

 

133

Fonte: Eper