|
A. A. A. Forum
(Alto Adriatico Alternative Forum)
Promotori/Organizzatori: Adriatic
GreeNet -Zelena Istra (HR), ZEG (SLO), Legambiente FVG (I), Verdi FVG
Collaboratori: "Marevivo" - Forum Euromediterraneo
Transfrontaliero "Cerniera"
Relatori/contributi scientifici: Università, Enti di ricerca, associazioni ambientaliste, enti economici pubblici e/o privati, ARPA regionali, ANPA, amministratori pubblici
Condividere le informazioni sullo stato dell’ambiente dell’Alto Adriatico, sui rischi esistenti, sui progetti di infrastrutture ad alto impatto ambientale, sull’economia legata all’ambiente marino e sulla sua sostenibilità. | |
Creare un coordinamento sopranazionale tra enti, associazioni, movimenti interessati al futuro sostenibile dell’Alto Adriatico. | |
Definire proposte condivise da sottoporre all’attenzione delle istituzioni coinvolte nell’Euroregione Adriatica, per una gestione integrata che coniughi le attività economiche con la protezione e la conservazione dell’ambiente e delle sue risorse. |
COMUNICATO STAMPA
"BASTA PROMESSE: PER TUTELARE L'ADRIATICO CI VOGLIONO
FATTI CONCRETI SUBITO". QUESTO L'APPELLO DEL FORUM ALTERNATIVO INTERNAZIONALE
PER L'ADRIATICO RIUNITO A PIRANO (SLOVENIA) CON LA PARTECIPAZIONE DI
AMBIENTALISTI, TECNICI E SCIENZIATI, PARLAMENTARI, ASSOCIAZIONI DI CITTADINI E
CATEGORIE ECONOMICHE DI SLOVENIA, CROAZIA, FRIULI VG, VENETO, EMILIA ROMAGNA E
MARCHE.
In corrispondenza con il Forum dei governi dell'Adriatico
si è riunito a Pirano (Slovenia) il Forum Alternativo Internazionale
dell'Adriatico. La riunione si è conclusa con un documento già consegnato alle
Regioni e agli stati dell'Euroregione Adriatica che chiede l'istituzione della
"Zona sensibile di Protezione speciale" per il "Piccolo Grande Mare", minacciato
da inquinamento, petroliere, traffico di sostanze chimiche, insediamenti
industriali costieri, cementificazione delle coste e privo di un sistema di
emergenza per affrontare eventuali incidenti in mare. Erano presenti al Forum
Alternativo ambientalisti italiani, sloveni e croati (Legambiente Nazionale e le
direzioni regionali di Friuli V.G., Veneto, Emilia-Romagna e Marche; Marevivo,
Zelena Istra, Zveza Ecoloskih, Gibanj Slovenije), il Forum Cerniera, i Verdi FVG,
molti parlamentari ed enti locali italiani e sloveni (e numerose associazioni di
cittadini e categorie economiche). A differenza del Forum dei Governi che
rischia di tradursi in pura "chiacchera" senza alcun risultato concreto, il
Forum Alternativo chiede - da subito - un esame transnazionale dei nuovi
progetti proposti per evitare che in attesa della zona sensibile si facciano
altri guai.
Il documento approvato al termine dei lavori - e consegnato ai rappresentanti
dei governi nazionali e regionali dell'Adriatico - il cui testo integrale è
presente sul sito
www.legambienteonline.it,
elenca i vari problemi presenti nel bacino Adriatico e i progetti di
infrastrutture in itinere (l'Alto Adriatico è interessato dalla Rete di
Trasporto Transeuropea con il progetto di Corridoio Mediterraneo n. 6 - Trieste/Tartus
e con il progetto prioritario europeo di Autostrada del mare del sud Europa
previsto per il 2020. Le acque italiane del golfo di Trieste sono interessate da
due impianti di rigassificazione in fase di autorizzazione, di cui uno offshore,
della capacità di 8 miliardi di metricubi ciascuno; a cui si aggiunge l'ipotesi
di impianto in acque croate di un ulteriore terminal di rigassificazione e il
progetto di un nuovo oleodotto da Costanza, Mar Nero, a Trieste via Pancevo e
Omisalj. Ciò si va ad aggiungere al carico del traffico marino, spesso fatto con
naviglio obsoleto e pericoloso e con carichi tossico/nocivi, agli impianti
chimici, alle centrali elettriche e alle distillerie.
Le richieste avanzate alle regioni e agli stati dell'Euroregione Adriatica
comprendono: "L'impegno a portare a termine la procedura prevista dalla
Convenzione MARPOL 73/78 per la definizione dell'Alto Adriatico come "Zona
sensibile di protezione speciale"; L'impegno ad avviare delle procedure
partecipate per la definizione delle strategie e dei limiti di sostenibilità del
modello di sviluppo dei seguenti settori: energia, trasporti, turismo e pesca;
L'impegno a sottoporre a valutazione ambientale ai sensi della Convenzione di
Espoo le strategie, le politiche attuative ed i singoli progetti, nonché
l'impegno a creare commissioni congiunte transfrontaliere per le valutazioni
degli impatti ambientali; L'impegno a
una moratoria dei processi di verifica e di autorizzazione dei progetti relativi
a opere di iniziativa privata, quali i terminali di rigassificazione, fino alla
verifica delle strategie e delle politiche attuative". Il Forum Alternativo ha
chiesto anche la partecipazione degli stakeholder (esclusi dalla riunione di
Portorose organizzata dall'UNEP) anche per evitare - come è avvenuto negli
ultimi appuntamenti - modifiche preoccupanti alle posizioni espresse da alcuni
governi a seconda della tipologia degli interlocutori.
Il testo integrale del protocollo di Pirano è presente sul sito
Legambiente Online
L'Ufficio Stampa 051/241324